Cattedrale di Santa Maria del Fiore

La cattedrale di Santa Maria del Fiore è il Duomo di Firenze e si affaccia sull'omonima piazza. Era nel 1971 la quinta chiesa d'Europa per grandezza. Ha una pianta peculiare, composta com'è di un corpo basilicale a tre navate saldato ad un'enorme rotonda triconica che sorregge l'immensa cupola del Brunelleschi, la più grande cupola in muratura mai costruita. La costruzione, iniziata sulle antiche fondazioni della chiesa di Santa Reparata nel 1296 da Arnolfo di Cambio, fu continuata da Giotto a partire dal 1334 fino alla sua morte avvenuta nel 1337. Nel 1412 la nuova cattedrale fu dedicata a Santa Maria del Fiore, e consacrata il 25 marzo del 1436 al termine dei lavori della cupola del Brunelleschi da papa Eugenio IV. STORIA: La prima cattedrale fiorentina fu San Lorenzo, dal IV secolo, e successivamente, forse nel VII secolo, il titolo passò a Santa Reparata, la primitiva chiesa che si trova sotto il Duomo e che all'epoca era ancora fuori dalle mura. Nel 1078 Matilde di Canossa promosse la costruzione della cerchia antica, inglobando anche Santa Reparata e la primitiva forma del Battistero di San Giovanni, risalente al IV o V secolo. Tra la fine del XIII e l'inizio del XIV secolo Firenze visse un picco di fioritura politica e culturale, che culminò con vasti progetti urbanistici, tra i quali la costruzione di una nuova cattedrale. Santa Reparata infatti non era più adeguata alla città in fortissima espansione, ricca e potente. Fu incaricato del nuovo cantiere Arnolfo di Cambio, l'architetto delle nuove mura, già impegnato in un vasto programma unitario di rinnovo degli edifici religiosi e civili della città. I lavori iniziarono con lo scavo delle fondazioni, poi con l'elevazione dei muri delle navate laterali; si procedette così per lasciare il più a lungo possibile la chiesa di Santa Reparata in grado di funzionare come cattedrale. Arnolfo doveva aver già pensato a una chiesa dotata di una grande cupola, ispirata al modello romano del Pantheon, e con l'intento di superare le dimensioni del Battistero. Alla morte di Arnolfo (1302), i lavori subirono un rallentamento e furono in seguito sospesi per circa 30 anni. Nel 1330 il ritrovamento sotto Santa Reparata delle reliquie del venerato vescovo di Firenze, san Zanobi, diede nuovo impeto alla costruzione. L'Arte della Lana nel 1334 affidò la direzione dei lavori a Giotto, assistito da Andrea Pisano. Giotto si concentrò sul Campanile di cui fornì un progetto e riuscì ad iniziare la costruzione, ma morì dopo soli 3 anni nel 1337. Andrea Pisano continuò i lavori, anch'egli soprattutto sul campanile, ma morì con l'arrivo della peste nera nel 1348 e i lavori furono di nuovo bloccati. Non si aspettò molto per riprendere i lavori e già nel 1349 il progetto passò a Francesco Talenti, al quale si deve il completamento del campanile e, dal 1356, la ripresa dei lavori alla basilica. Le navate furono completate con la copertura nel 1378 di quella centrale nel 1380 di quelle laterali. Entro il 1421 vennero eseguite le tribune e il tamburo; restava solo da costruire la cupola. Nel 1418 fu indetto un concorso pubblico per la progettazione della cupola. Il concorso non ebbe alcun vincitore ufficiale: si misero tuttavia in luce due artisti emergenti, Filippo Brunelleschi e Lorenzo Ghiberti. Dopo essersi liberato del rivale, Brunelleschi ebbe il campo libero per occuparsi del grandioso progetto, risolvendo via via tutte le difficoltà che questo comportava: dalla costruzione di gru e carrucole, alla predisposizione di rinforzi, dall'organizzazione del cantiere alla decorazione esterna, che venne risolta con la creazione dei suggestivi costoloni in marmo. I lavori terminarono nel 1436 e la chiesa fu solennemente consacrata da Papa Eugenio IV il 25 marzo. Per realizzare la lanterna fu bandito un nuovo concorso, vinto anche questa volta da Brunelleschi, con un progetto sempre basato sulla forma ottagonale che si ricollega con le colonne e gli archi alle linee dei costoloni bianchi della cupola. La costruzione della lanterna iniziò nel 1446, pochi mesi prima della scomparsa dell'architetto. Dopo un lungo periodo di stallo, durante il quale vennero anche proposte numerose modifiche, fu terminata nel 1461. In cima alla copertura a cono fu posta una grande sfera dorata opera di Verrocchio. La croce fu poi applicata tre anni dopo. A questo punto rimaneva incompiuta solo la facciata della cattedrale, la quale presentava ancora la parziale costruzione decorativa risalente ad Arnolfo di Cambio. Nei secoli successivi la cattedrale venne dotata di facciate effimere in occasione di importanti celebrazioni, ma solo nel 1871, dopo un concorso internazionale, si iniziò a costruire una facciata vera e propria, su progetto di Emilio De Fabris. DESCRIZIONE: Santa Maria del Fiore colpisce per le dimensioni e per il suo apparire come monumento unitario, soprattutto all'esterno, grazie all'uso degli stessi materiali: marmo bianco di Carrara, verde di Prato, rosso di Maremma e il cotto delle tegole. A un'analisi più accurata ciascuna delle parti rivela notevoli diversità stilistiche, dovute al lunghissimo arco di esecuzione temporale. ESTERNO: L'ottocentesca facciata del Duomo venne realizzata tra il 1871 e il 1887. Se ne occupò l'architetto Emilio de Fabris a cui successe, dopo la morte, Luigi del Moro. Il tema iconografico della decorazione riprende sia il ciclo mariano dell'antica facciata arnolfiana che quello della Cristianesimo come motore del mondo del campanile. Le tre grandi porte bronzee risalgono al periodo dal 1899 al 1903 e sono decorate con scene della vita della Madonna. Nel frontone sul portale centrale è stato collocato un bassorilievo con Maria in trono con uno scettro di fiori. Le pareti sono ricoperte da una sfarzosa decorazione a marmi policromi. Le bande in marmo ripresero sia la decorazione del Battistero, sia quella del Campanile. La zona absidale della cattedrale è composta dalla cupola a pianta ottagonale e dalle tre absidi. Le tre absidi, o tribune, sono disposte lungo i punti cardinali, dotate di semicupole con suggestivi contrafforti a forma di archi rampanti impostati sulle pareti divisorie delle tribune stesse. INTERNO: Il corpo basilicale è diviso in tre navate, separate da grandi pilastri compositi, dalle cui basi si dipanano le membrature architettoniche che culminano nelle volte ogivali. Le dimensioni sono enormi: 153 metri di lunghezza per una larghezza di 38 metri. L'interno, piuttosto semplice ed austero, dà una forte impressione di vuoto aereo. Le immense campate fiorentine dovevano coprire uno spazio enorme con pochissimi sostegni. Lungo tutto il perimetro della chiesa corre un ballatoio interno su beccatelli, all'altezza dell'imposta della crociera. Il pavimento in marmi policromi fu disegnato da Baccio d'Agnolo. Il complesso delle vetrate figurate, per antichità, numero, qualità e dimensioni delle vetrate, è il più ricco d'Italia. I principali artisti rinascimentali del tempo disegnarono i cartoni per le finestre, fra i quali Donatello, Lorenzo Ghiberti, Paolo Uccello e Andrea del Castagno. La vetrata ovest del tamburo è l'unica non istoriata. La decorazione interna del Duomo, già alterata durante la Controriforma e nel 1688, fu molto alleggerita nel corso del restauro purista del 1842, quando vennero rimosse la maggior parte delle tracce del passato. Al centro della controfacciata, l'orologio italico, di uso liturgico, è uno degli ultimi funzionanti che usa la cosiddetta hora italica, un giorno diviso in 24 ore di durata variabile a seconda delle stagioni, che comincia al suono dei vespri, in uso fino al XVIII secolo. Il presbiterio, dagli amplissimi volumi al di sotto della cupola, è impostato entro un ottagono irregolare e si irradia poi nelle tre tribune, all'incrocio delle quali si trovano le due sagrestie. L'altare maggiore è di Baccio Bandinelli e il Crocifisso ligneo di Benedetto da Maiano. Ciascuna delle tribune ha cinque cappelle laterali disposte a raggiera, illuminate da alte bifore con vetrate quattrocentesche. La tribuna centrale, chiamata anche di San Zanobi, ha al centro la cappella in cui sono conservate le reliquie del santo e vescovo fiorentino. La sua arca bronzea è di Lorenzo Ghiberti. Nella tribuna di destra, detta della Santissima Concezione, spicca la cappella centrale, dedicata al Santissimo Sacramento, con altare di Michelozzo. La tribuna di sinistra, detta della Santa Croce, contiene nel pavimento lo gnomone solare di Paolo dal Pozzo Toscanelli del 1450 circa: qui ogni 21 giugno si svolge l'osservazione del solstizio d'estate. Inizialmente la cupola sarebbe dovuta essere decorata da mosaici dorati, per riflettere al massimo la luce proveniente dalle finestre del tamburo, come suggerito dal Brunelleschi. La sua morte mise da parte questo costoso progetto e si provvide semplicemente a intonacare in bianco l'interno. Il Granduca Cosimo I de' Medici scelse il tema del Giudizio Universale per affrescare l'enorme calotta, e affidò il compito a Giorgio Vasari. I lavori furono continuati da Federico Zuccari e collaboratori. Questi affreschi, se visti da vicino durante il percorso della salita alla cupola, mostrano le deformazioni prospettiche e di colore usate per ottimizzare la veduta dal basso. La tecnica usata è mista: affresco per il Vasari, tecniche a secco per lo Zuccari. Sotto la cattedrale furono realizzati dei difficili lavori di scavo fra il 1965 e il 1974. La zona sotterranea della cattedrale fu usata per la sepoltura dei vescovi fiorentini per secoli. Si accede agli scavi da una scala nella navata sinistra dove, vicino all'entrata, si trova la tomba di Filippo Brunelleschi. ASTRONOMIA IN CATTEDRALE: La cupola del Brunelleschi ospita uno strumento astronomico per lo studio del sole, rappresentato dal grande gnomone creato da Paolo Toscanelli. Più di uno gnomone vero e proprio, inteso come asta che proietta un'ombra su una zona illuminata, si tratta di un foro gnomonico presente sulla lanterna ad un'altezza di 90 metri, che dà una proiezione del sole su una superficie in ombra, in questo caso il pavimento della cattedrale. Nel 1475 l'astronomo Toscanelli, dopo il completamento della cupola, installò una lastra bronzea con un foro circolare di circa 4 centimetri di diametro, che desse un'immagine ottimale del sole. L'utilizzo più importante dello gnomone al tempo della sua creazione fu quello di stabilire il solstizio esatto, cioè la massima altezza del sole nel cielo a mezzogiorno durante l'anno e, quindi, la durata dell'anno stesso. Nei secoli successivi, lo strumento ebbe modo anche di essere usato per indagini più ambiziose, come lo studio della variazione dell'inclinazione dell'asse terrestre nel corso del tempo. Lo gnomone di Santa Maria del Fiore divenne però obsoleto sia per la scoperta di nuove strumentazioni che permettevano osservazioni più precise, sia perché ci si accorse che le misurazioni erano influenzate dai piccoli movimenti della cupola dovuti alla temperatura esterna. La rievocazione di tali osservazioni ha un carattere prettamente storico e spettacolare, ed ha luogo ogni anno il 21 giugno alle 12.00 ora solare (le 13.00 da quando è in vigore l'ora legale). (Fonte: Wikipedia)

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