La cattedrale metropolitana di San Sabino è la sede vescovile dell'arcidiocesi di Bari-Bitonto. STORIA: La cattedrale sorse tra il XII e il XIII secolo, probabilmente verso l'ultimo trentennio del 1100, su un più antico luogo di culto, ossia sulle rovine del Duomo bizantino distrutto da Guglielmo I detto il Malo; a destra del transetto è possibile osservare tracce del pavimento originario che si estende sotto la navata centrale. L'antica chiesa episcopale è databile perlomeno al VI secolo. Sotto la navata centrale si trovano i resti di una antica chiesa, risalente ad un periodo precedente al primo millennio. Questa è strutturata in un ambiente a tre navate, con pilastri quadrati, volte a crociera costruite con blocchi di pietra posti a spina di pesce. Inoltre sono state trovate fondazioni che indicano la presenza di un edificio absidato. Su uno dei mosaici pavimentali un'iscrizione in cui compare il nome del Vescovo Andrea (758 – 761), fa pensare che si trattasse della prima cattedrale distrutta nel IX-X secolo. Al posto di questa chiesa sorge la cripta della cattedrale attuale, l'episcopio di Santa Maria, che probabilmente è l'edificio in questione. Nella prima metà dell'XI secolo l'arcivescovo di Bisanzio fece costruire una nuova chiesa terminata poi dai suoi successori. Questa chiesa fu poi distrutta da Guglielmo il Malo, durante la distruzione dell'intera città (fu risparmiata solo la Basilica di San Nicola) che egli compì nel 1156. L'arcivescovo Rainaldo alla fine del XII secolo iniziò la ricostruzione dell'edificio. Per l'opera furono usati materiali provenienti dalla chiesa precedente e da altri edifici distrutti. Consacrata il 4 ottobre 1292, la chiesa si rifà allo stile della Basilica di San Nicola. L'edificio ha poi subito una serie di rifacimenti, demolizioni ed aggiunte a partire dal XVIII secolo. Durante il XVIII secolo la facciata, l'interno delle navate, l'interno della Trulla (l'antico battistero del XII secolo, oggi sacrestia) e la cripta furono rifatte in forme barocche su progetto di Domenico Antonio Vaccaro. L'arredo interno fu invece riportato alle antiche fattezze romaniche negli anni cinquanta del XX secolo. DESCRIZIONE: Tipologicamente, si tratta di un importante esempio di romanico pugliese. La semplice facciata è tripartita da lesene e coronata da architetti: nella parte inferiore si aprono tre portali del XI secolo, rimaneggiati nel XVIII secolo. La parte superiore è ornata da monofore, una bifora e un rosone, la cui ghiera è affollata di mostri ed esseri fantastici. Sui fianchi si aprono profonde arcate sulle quali corrono gallerie esafore; all'incrocio dei bracci sorge la cupola, poligonale all'esterno, dal mirabile fregio. Degne di nota sono le due testate del transetto, ornate di rosoni e bifore, come la parte absidale a parete continua, nella quale si apre un superbo finestrone. Sul fianco sinistro sorge la grande costruzione cilindrica della trulla (antico battistero trasformato in sacrestia nel XVII secolo). Poco lontano si erge il campanile con finestre e un'alta cuspide, rifatto con pietre simili alle originali. Sotto un elaborato tiburio, la calotta della cupola presenta chiari motivi moreschi. Internamente la chiesa, che è stata spogliata di tutte le strutture barocche, si presenta nella sua nuda solennità. Le tre navate sono separate da due teorie di otto colonne ciascuna. I finti matronei e le ampie trifore scandiscono armonicamente lo spazio, che si chiude con il transetto sopraelevato, l'alta cupola e tre absidi. Nella navata mediana il pulpito è ricomposto con frammenti originari del XI e XIII secolo, come lo sono pure il ciborio dell'altare e la cattedra episcopale nel presbiterio, cinto da plutei duecenteschi. Nell'abside sinistra esistono tracce di affreschi del Duecento. Sotto il transetto si estende la cripta. Vi si conserva la tavola bizantineggiante della Vergine Odegitria, patrona principale della città insieme a san Nicola. Oltre ad accogliere le spoglie di san Sabino,Titolare della Cattedrale, la chiesa dà ospitalità alle reliquie di santa Colomba. Nel palazzo della Curia, adiacente la cattedrale, ha sede il Museo Diocesano, dove si può ammirare l'Exultet, ossia una preziosa pergamena d'ispirazione bizantina, finemente miniata, anteriore al 1050. Le immagini sono capovolte rispetto al testo e quindi rispetto al sacerdote che lo leggeva. In questo modo i fedeli, quando il celebrante srotolava la preghiera pasquale, potevano guardare i sacri disegni. (Fonte: Wikipedia)
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